Oscura foresta
Autrice del romanzo Oscura Foresta, pubblicato a marzo 2024 dalla casa editrice La Nuova Frontiera, è la scrittrice brasiliana Tatiana Salem Levy. Dopo aver vinto qualche esitazione l’ho divorato e poi riletto, e poi tenuto accanto come fosse una pietra incandescente che lampeggiava nel buio e continuava a parlarmi, chiedendomi di essere raccontato. La storia ripercorre lo stupro subìto dalla protagonista dieci anni fa nel 2014, mentre come era solita fare correva nei pressi di Vista Chinesa a Rio de Janeiro, durante un intervallo del suo lavoro in uno studio di architettura, in pieno giorno. Questo è l’incipit.
“Antonia e Martin, amori miei, mentre voi guardate un cartone animato, io mi domando come cominciare questa lettera. Scrivo, cancello, scrivo di nuovo, mi distraggo osservandovi. Mi vengono in mente così tante cose belle che esito a scavare nel passato. Vostro padre, se sapesse che ho preso la decisione di raccontare quanto mi è successo, direbbe lascia perdere (…) . Più di lui, più di tutti, considerai l’oblio come l’unica maniera per andare avanti (…). Ma ci sono cose che, anche dopo essere accadute, continuano ad accadere.” E man mano che ci addentriamo nella storia che procede a salti tra il passato che non passa e il presente pieno di trappole e incertezze, ma anche di insperate risorse, ci chiediamo insieme alla protagonista cosa accade al corpo, dopo? E all’anima? Che fine fanno i dettagli che sembrano così essenziali per rintracciare il colpevole e punirlo? Come resistere al bisogno di lavare via tutto e tornare “come si era prima”, anche se quei gesti cancelleranno prove importanti? Il racconto in prima persona rende vivissima e drammatica la storia dello stupro e di quello che ne segue nella vita della protagonista, e tutto il faticoso e contraddittorio percorso di superamento. Uscirne fuori non significa lasciarsela alle spalle, dimenticare, ma scegliere di non restarne prigioniera per sempre, non a qualunque prezzo.
Solo alla fine ci rendiamo conto che non si tratta di autofiction, non è lei che scrive di ciò che le e’ accaduto. La scrittrice Salem Levy è un’amica della donna vittima di stupro, è lei a scrivere, si può dire che la scrivono insieme questa storia di fuoriuscita dalla foresta oscura, come spiega l’autrice nella nota finale, riportando in chiusura la frase in corsivo che Julia/Joana ha voluto consegnarci: “Non mi vergogno di quello che è successo. Voglio che tu scriva che è successo davvero – e che è successo a me, Joana Jabace.” A noi rimane forte la sensazione che alla fine la vita contiene tutto, la debolezza e la forza, il buio e la luce.
La mia recensione è stata pubblicata sulla pagina della Casa delle donne di Milano nei suggerimenti di lettura del mese di settembre.