Svetlana Aleksievic, Raccogliere le memorie briciola dopo briciola
Raccogliere le memorie, briciola dopo briciola, questo è il metodo usato da Svetlana Aleksievic, vincitrice del Nobel per la letteratura 2015, per costruire le sue storie potenti, perchè tessute da migliaia di voci. L’Accademia Reale Svedese ha scelto la scrittrice e giornalista bielorussa per la «sua polifonica scrittura nel raccontare un monumento alla sofferenza e al coraggio dei nostri tempi». La notizia della vincita del Nobel l’ha raggiunta nella sua casa di Minsk, mentre stava stirando. E ci torna in mente l’immagine di Doris Lessing, che nella stessa circostanza stava tornando a casa con la borsa della spesa carica di verdura e aveva trovato ad attenderla i giornalisti.
Nata nel 1948 in Bielorussia, Aleksievic si è laureata in giornalismo presso l’Università di Minsk, e ha lavorato per varie testate giornalistiche prima di dedicarsi ai grandi reportage. Il suo modo di lavorare e di scrivere però si distacca completamente dai reportage tradizionali, così come dalle grandi interviste a personaggi celebri. Il suo è un modo di raccontare molto particolare, che si basa sulla raccolta di testimonianze e racconti di vite minute, “romanzi di voci”, come sono stati definiti, documenti dell’anima delle centinaia di persone che ha incontrato ogni volta e che vanno a comporre l’affresco corale delle sue storie, fondendosi insieme in un’ unica narrazione. Poco conosciuta in Italia, e poco seguita dai media, è stata tradotta e pubblicata dalla casa editrice e/o che l’ha svelata ai lettori italiani con tre romanzi, che sono in ristampa. In Preghiera per Chernobyl, del 2004, spiega la scrittrice, “Non si parla di Cernobyl’ in quanto tale, ma del suo mondo. Proprio di ciò che conosciamo meno. O quasi per niente. Ad interessarmi non è l’avvenimento in sé, vale a dire cosa sia successo e per colpa di chi, bensì le impressioni, i sentimenti delle persone che hanno toccato con mano l’ignoto. Il mistero. Cernobyl’ è un mistero che dobbiamo ancora risolvere… Questa è la ricostruzione non degli avvenimenti, ma dei sentimenti. Per tre anni ho viaggiato e fatto domande a persone di professioni, generazioni e temperamenti diversi. Credenti e atei. Contadini e intellettuali. Cernobyl’ è il principale contenuto del loro mondo. Esso ha avvelenato ogni cosa che hanno dentro, e anche attorno, e non solo l’acqua e la terra.”
Segue nel 2005 Incantati dalla morte, un libro in cui vuole rispondere alla domanda su che fine abbiano fatto, dopo il crollo dell’URSS, i protagonisti del comunismo. E non si riferisce ai leader del partito, ma ai milioni di uomini e donne che pur traendone dei vantaggi hanno dovuto affrontare molti sacrifici. È un libro che come gli altri si basa su interviste, in cui donne e uomini danno parole alla propria insoddisfazione, rabbia e anche tristezza per tutti quei milioni di persone che hanno visto crollare un mondo. Nel libro I ragazzi di zinco Svetlana Aleksievic fa parlare i protagonisti di un’altra grande tragedia della storia sovietica: la guerra in Afghanistan tra il 1979 e il 1989. Un milione di ragazzi e ragazze partiti per sostenere la “grande causa internazionalista e patriottica”; almeno quattordicimila di loro rimpatriati chiusi nelle casse di zinco e sepolti di nascosto, nottetempo; cinquantamila feriti; mezzo milione di vittime afgane; torture, droga, atrocità, malattie, vergogna, disperazione… Gli ‘afgancy’, i ragazzi che la guerra ha trasformato in assassini, raccontano ciò che si è voluto nascondere. Accanto a loro, un’altra guerra. Quella delle infermiere e delle impiegate che partirono per avventura e patriottismo. E soprattutto le madri. Dolenti, impietose, stanche, coraggiose. Un libro coraggioso, che le ha procurato notevoli problemi con il potere. Il libro viene accusato di disfattismo e la scrittrice, portata in tribunale e accusata di spionaggio, viene salvata dalla mobilitazione di intellettuali e organizzazioni per i diritti umani. In via di pubblicazione da Bompiani il suo ultimo libro, La guerra non ha un volto di donna, dedicato alle donne sovietiche al fronte nella Seconda guerra mondiale, un’altra vicenda ignorata dalla storia ufficiale che ha coinvolto milioni di donne russe. I primi tre libri sono in corso di ristampa da e/o, ma si possono anch acquistare in ebook.