Ancora Alice Munro, con “Amica della mia giovinezza”
Finisci di leggere l’ultima riga di Alice Munro, della nuova raccolta “Amica della mia giovinezza”, e te ne rimani seduta lì in silenzio. Per un po’, in ascolto. Cerchi aggettivi adatti, ne sono stati usati così tanti per dire della sua scrittura, del suo talento; difficile trovarne di nuovi. Ma visto che ho deciso di scrivere qualcosa posso dire che non ho mai letto niente di così aderente alla vita in tutte le sue microscopiche rughe, così in grado di colpire al cuore ( tuo, mentre leggi, ma anche il nodo intorno a cui si srotola il racconto), con poche semplici parole. ” Non sono mai stata felice, disse. Si dice sempre così. La gente fa grandi cambiamenti, ma non sono mai quelli che crede”.
Sono quasi sempre donne ad abitare le pagine di Alice Munro, quasi sempre sole o in procinto di diventarlo. Donne perse in relazioni senza vie di uscita, o capaci di ritagliarsi uno spazio dentro vite che sembrano già irrimediabilmente segnate. A volte la scrittrice immagina per loro destini che all’improvviso cambiano strada. E tutto accade nelle ultime righe…Come a Brenda, quando capisce che la sua relazione con l’amante è ormai cambiata: “Forse è necessaria l’esperienza di tante liti coniugali per saperlo.Per sapere cioè che quello che pensi, e che per un po’ ti auguri sia la fine di tutto, potrebbe rivelarsi soltanto l’inizio di uno stadio successivo, un proseguimento. Ecco che cosa succede, anzi, è già successo. Neil ha persom un pòoco di smalto ai suoi occhi; è possibile che non lo recuperi. Probabilmente la cosa è reciproca. Brenda percepisce la sua stanchezza, la rabbia, lo stupore. In lui come in sè stessa. Pensa che fin qui è stato facile”.
(dal racconto “Five Points”)