Un intervista di Mariangela Cutrone per la testata web Corriere Nazionale
Il 23 Marzo a Francavilla al Mare (Ch) presso la Biblioteca Comunale “Antonio Russo” in occasione della presentazione del suo ultimo libro ho conosciuto la scrittrice Maristella Lippolis. Originaria di Ventimiglia, Maristella da anni vive qui in Abruzzo e presto sarà anche in Puglia a presentare il suo romanzo “Raccontami tu”. È inevitabile essere contagiati dal suo sorriso quando la conosci. Esprime solarità e positività. Il suo ultimo libro “Raccontami tu” che la sta portando in giro in librerie, biblioteche e circoli e associazioni culturali non solo d’Abruzzo è un romanzo che trasuda vita, empatia e ottimismo. È la storia di tre donne coraggiose: Caterina, Dina e Alice; è un’esplorazione delle innumerevoli sfaccettature dell’”essere donna”. È facile rintracciare parti di noi stesse in Caterina, Dina e Alice.” Raccontami tu” è un invito a raccontare la propria storia attraverso gli altri a non smettere mai di credere mai in sé stesse e nei propri sogni nonostante le traversie che la vita ci pone dinanzi al nostro cammino senza piangerci addosso ma agendo e lottando alla conquista della meritata felicità.
Quella che segue è l’interessante intervista che Maristella Lippolis ha rilasciato con grande disponibilità ed entusiasmo ai lettori de “Il Corriere Nazionale.net”
1)Come e da cosa è nata l’idea di scrivere “Raccontami tu”?
L’idea da cui scaturisce una storia, per me, di solito nasce da un personaggio, che in vari modi comincia ad affacciarsi sulla scena della mente, in modo quasi causale. Qui all’inizio c’erano due donne in fuga, era l’idea della fuga ad affascinarmi. Via via ho costruito la storia sulle loro motivazioni, sul perché della loro fuga, su come si sarebbero sviluppati gli eventi che le riguardavano, se e come se la sarebbero cavata. La terza protagonista, Alice, doveva servire ad aiutarle, poi in realtà anche lei si è delineata come una donna in fuga, se pure in modo diverso dalle altre due.
2)Le tre protagoniste di “Raccontami tu” Caterina, Dina, Alice scappano da qualcosa per conquistare la propria libertà? Qual è il prezzo da pagare per la Libertà a tuo parere?
Ci sono sempre prezzi da pagare, qualunque scelta si debba compiere, a maggior ragione quando si tratta di decidere della propria libertà. La stessa parola decidere reca nella propria etimologia latina il concetto di taglio. Si deve sempre tagliare qualcosa. Ma di solito ne vale la pena, si dice che la libertà non ha prezzo, e ne sono convinta, anche se comporta sofferenza. Le tre protagoniste compiono scelte di libertà da e libertà di. Ma anche altre protagoniste secondarie che compaiono nella storia compiono piccoli gesti di libertà fondamentali.
3) Le protagoniste del romanzo imparano a fidarsi l’uno dell’altra, sperimentano la famigerata “complicità femminile” di cui tanto si parla ma poco si concretizza. Lei cosa pensa della “complicità femminile” e quali sono le difficoltà per renderla concreta?
Il termine complicità mi sembra ambiguo. Io più che di complicità parlerei di solidarietà. Di capacità di capire l’altra con un solo sguardo, di raccogliere una richiesta di aiuto anche quando non viene esplicitata in maniera chiara. Senza una rete di questo genere nessuna delle tre se la caverebbe. Io l’ho incontrata molte volte nella vita, forse sono stata fortunata; ma non può mai essere a senso unico, per questo parlo di relazione, di scambio. Ne parlo anche attraverso il titolo del romanzo, Raccontami tu. Significa raccontami tu che poi ti racconto io, raccontami tu perché attraverso di te capisco qualcosa di me che non avevo capito, racconta tu la mia storia, dimmi come la vedi dall’esterno perché forse io che l’ho vissuta non l’ho ancora capita. Una relazione, empatica. Naturalmente le donne non sono tutte uguali, non esiste un’unica tipologia.
4) In questo romanzo rispetto ai precedenti ci sono delle figure maschili che interagiscono nella storia e che sono ben delineate. Come mai questa scelta?
Questa è una storia più complessa e articolata delle precedenti, con più personaggi, e le mie protagoniste hanno a che fare con uomini di diverso tipo, che non possono iscriversi ad un’unica tipologia, come d’altronde avviene nella realtà. Andavano descritti con maggiore esattezza per evidenziare le conseguenze dei loro comportamenti e le loro relazioni.
5)Parliamo di lei come scrittrice. Cosa significa essere scrittrice in un’epoca in cui la gente legge poco e soprattutto in Italia in cui il mondo editoriale è costantemente in crisi?
Scrivo e pubblico da molto tempo, e ho avuto a che fare con realtà editoriali e di mercato molto diverse, dalla piccola casa editrice locale degli esordi alla Piemme, casa editrice con cui ho pubblicato due romanzi, grande e ben posizionata sul mercato generico. Con quest’ultimo romanzo sono approdata a L’Iguana, casa editrice e comunità editoriale femminile, sia sul versante di chi scrive che di chi legge, che coniuga l’obiettivo della qualità con quello del mercato. È una scelta che mi convince molto. Il mio è un pubblico prevalentemente di lettrici, donne curiose di storie che raccontino il mondo visto dalle donne, e a me interessa raccontare questo tipo di storie. La mia casa editrice mi consente di farlo e mi incoraggia, quindi è un’unione felice!
6) La giornata tipica di una scrittrice…
La mia è mutevole, variabile, fatta di molte ore al computer, pensieri che si rincorrono nella testa, scene delineate con gli occhi della mente che diventano appunti scritti a mano su grandi quaderni; una giornata stretta tra fantasia e programmazione dei tempi di scrittura. Mai un solo giorno senza scrivere almeno due righe è una necessità più che una regola.
7) Lei è impegnata col tour di presentazione di “Raccontami tu” : ci vuole raccontare un episodio memorabile di una tappa particolare di esso?
Uno, che mi ha molto colpita. Si è svolto in una città dove molte delle partecipanti alla presentazione avevano già letto il libro. Una di loro è intervenuta dicendo che aveva appena terminato di leggere, con molto coinvolgimento, quando l’ha chiamata un’amica chiedendole la disponibilità a ospitare una donna in fuga con un bambino piccolo, la stessa situazione che si crea nel mio romanzo. “Se non avessi letto il tuo libro le avrei risposto di no, e invece le ho detto subito che ero disponibile!”. Ho trovato straordinaria e commovente questa testimonianza di come la lettura possa influenzare la vita, così positivamente.
8) Quali consigli darebbe ad uno scrittore emergente che fatica a trovare un editore serio?
Prima di tutto essere certo di aver svolto un lavoro accurato, ben fatto, limato e rilimato decine di volte (Io correggo e miglioro fino a mezz’ora prima che il libro vada in stampa, non mi sembra mai perfetto!) Poi bisogna conoscere il mercato editoriale, per capire quale può essere la casa editrice più adatta. Alcune selezionano le nuove proposte attraverso concorsi. Cimentarsi attraverso concorsi per esordienti può essere molto utile. Non avere fretta, lavorare per migliorarsi. Rimandare il più possibile l’esordio, come suggeriva Italo Calvino.
9) Perché i lettori de “Il Corriere Nazionale. net” dovrebbero leggere “Raccontami tu”?
Le donne che lo hanno letto mi dicono di aver sofferto e gioito insieme alle protagoniste, sperato nella soluzione dei loro problemi, condiviso una sensazione di forza e positività che si sprigiona dalle loro storie. Gli uomini di aver capito qualcosa di più del mondo delle donne. Ma anche semplicemente per leggere una storia avvincente, che ti prende dalla prima pagina all’ultima, come un thriller. In fondo anche le vite “normali” sono piene di svolte al buio, di soluzioni da inventarsi per cavarsela al meglio.
10) Progetti futuri di Maristella Lippolis…
Ho l’agenda piena di appuntamenti per le presentazioni di Raccontami tu in tutta Italia fino all’autunno. Laboratori di scrittura a Pescara e L’Aquila, e tante altre iniziative legate alla scrittura. Sto scrivendo un nuovo romanzo… Non posso anticipare niente! E letture, recensioni…Un mondo di libri.
Mariangela Cutrone