Maria Messina, la Katherine Mansfield siciliana
Sulla pagina facebook della SIL curo un appuntamento settimanale con le scrittrici dell’Oltrecanone, ripreso anche sul sito www.societadelleletterate.it,
Il numero Uno era dedicato ad Anna Banti e il numero Due a Maria Messina.
Sono felice di poter scrivere di una scrittrice che ho molto amato più di trent’anni fa, e che ancora oggi a rileggerla mi commuove. Maria Messina fu una grande scrittrice siciliana di cui, dopo la morte avvenuta nel 1944 in seguito a una grave malattia che l’afflisse per oltre quindici anni, si perse il ricordo. Eppure nel corso della sua breve vita, appartata e piuttosto solitaria, riscosse consensi e una certa notorietà. Apprezzata da Antonio Borgese, che la inserì nel filone degli allievi del Verga, pubblicò tra i primi anni del ‘900 e il 1928 numerose raccolte di racconti e cinque romanzi. Ada Negri curò la prefazione ad una sua raccolta di novelle del 1918, Le briciole del destino, e pur non avendola mai incontrata le scrive: “Mia piccola sorella Maria, non ti conosco fisicamente ma mi sembra di conoscere bene la tua grande anima (…) “le briciole del destino: avare e magre, sprezzanti ed anonime, che la vita getta con distratto compatimento agli Umili…tu hai voluto studiare questi cantucci di umanità che sanno di vecchia polvere, di vecchi stracci abbandonati, di vecchie ragnatele, di vecchie lacrime rancide: Tu vi sei riuscita piccola sorella Maria. Come?…Non so”.
I temi e le trame dei suoi romanzi e racconti si ispirano alla vita concreta delle donne e delineano una condizione femminile di oppressione e desolazione: la sottomissione femminile al padre e al marito; il matrimonio come contratto; Impossibilità di indipendenza economica, e quindi di vita; nessuna autonomia di scelta; essere una “senza casa e senza uno spazio proprio” ; l’espropriazione della “casa paterna” da parte di cognate che contano in quanto mogli di fratelli, più di una sorella nubile; la mercificazione attraverso l’istituto della dote, e la mancanza di vie di fuga.
Nemmeno la riscoperta femminista di tante autrici dimenticate valse a farne rivivere la memoria. Negli anni ’80 la casa editrice Sellerio riprose quasi tutte le sue opere, anche grazie all’interessamento di Leonardo Sciascia, che la paragonò a Cecov e la definì la Mansfield siciliana. I suoi libri sono popolati da figure femminili che vivono silenziosamente, accettando un destino che altri hanno scelto per loro. Case dove vige un ferreo patriarcato, non solo nella provincia siciliana che la scrittrice conosce bene, ma anche nelle nuove città dove la piccola borghesia si dibatte tra ostentazioni di benessere precario e anonimato. Le donne nelle loro case sono le protagoniste assolute di queste storie; solitudini patite in silenzio, appena allievate talvolta dai legami con sorelle, cugine. Altre donne accumunate da medesini destini a cui talvolta tentano di ribellarsi, ma senza mai riuscirci davvero. Mi sorprese molto leggendo il breve racconto Casa paterna, scoprire nel finale la stessa identica scena che avevo letto nel romanzo dell’americana Kate Chopin, Risveglio, uscito nel 1899. Anche qui una donna che scopre l’impossibile ribellione ad un destino segnato. Quasi contemporanee, quindi, le due scrittrici scelsero la medesima fine per le loro protagoniste, descrivendola con immagini simili: “Vanna si mise a correre verso la costa. Andò davanti al mare. Il vento le passava sui capelli. Un fiotto s’avanzò fino ai suoi piedi…” (Casa paterna)
“Le piccole onde si rompevano ai suoi piedi, e le si arricciavano come serpentelli alle caviglie. S’avviò. L’acqua era fresca, ma continuò a camminare. L’acqua era profonda (…) Le braccia e le gambe le si fecero pesanti (…) (Il risveglio). Nell’ultimo romanzo, L’amore negato, la protagonista è determinata a seguire una propria difficile strada, ma fallisce, pur consapevole di non aver sbagliato, perchè “Io avevo diritto alla felicità”, urla senza pentimento di fronte alla sconfitta.
Alcuni titoli di Maria Messina sono ancora disponibili nel catalogo Sellerio, ma sono stati ristampati anche da altre case editrici.