Da qualche tempo ho iniziato ad approfondire le opere di Laudomia Bonanni, una delle tante scrittrici di valore del nostro ‘900 scivolate nel buio dell’invisibilità. Ne parlerò ancora da questa pagina e a lungo, romanzo per romanzo.
Qui mi soffermo sulla lettura di alcuni suoi Elzeviri, in cui si occupa di letteratura e costume. Ci ha lasciato centinaia di articoli scritti per diverse testate giornalistiche, iniziando nel 1939 con La Tribuna e proseguendo con Il Giornale d’Italia, Il resto del Carlino, Il tempo e molti altri. Ne sono stati raccolti e catalogati quasi 1500. Sfogliando un volume che ne raccoglie alcuni, scritti in un arco di tempo che va dal 1960 al 1965, ogni tanto scopro delle piccole perle, come questa, dove parla della scrittrice Gianna Manzini e che si intitola Colpire al cuore. E’ apparso su Il Giornale d’Italia nel 1961.
“...Sempre ho avuto, a ogni suo libro, una curiosità: farlo leggere ad alcune donne e ascoltarne, incitarne le impressioni. Questo per una precisa idea: che certe rischiosità estreme, certe esplorazioni inaudite, fossero accessibili fino in fondo a qualche ben dotato spirito femminile piuttosto che a quello maschile in genere (…) sentirle: quell’essere attraversati dall’illuminazione come da un lampo, quel provarne fulmineo trasalimento interiore, che non concreta la comprensione ma quasi l’annulla incarnandosela. Invito le lettrici a provare, sarà una prova di sé stesse”.
Trovo molto bello e contemporaneo questo affidare allo sguardo e al cuore delle lettrici la scrittura di una scritrice ricca e complessa come Gianna Manzini.
“Screpolatura della realtà” è il termine che usa per dire il modo in cui la scrittura di Gianna Manzini “si inoltra in regioni della sensibilità ancora inesplorate”. Un pezzo molto bello, che vale la pena di leggere per intero.