La poesia di Margaret Atwood

La poesia di Margaret Atwood

Conosciamo Margaret Atwood come grande scrittrice di romanzi, molte volte nominata come candidata al Nobel per la letteratura. Ma il suo esordio con la scrittura è avvenuto attraverso la parola poetica, alla fine degli anni ’50, non ancora ventenne. Se ai suoi romanzi Atwood ha affidato il compito di esplorare la realtà nelle sue infinite sfaccettature, la dimensione lirica è quella che lei stessa definisce “il luogo dove il linguaggio si rinnova, il cuore del linguaggio dove si verifica la precisione”. Mi capita spesso di riprendere in mano la sua raccolta poetica “Mattino nella casa bruciata”, e di rileggere qua e là, lasciandomi guidare dalla mano che sfoglia a caso le pagine. E di lasciarmi colpire dalle parole, che spesso sembrano scritte per questo presente così confuso.  Ma è così che la poesia ci illumina.

Giù

I.    Sul sole si sbagliavano.

Non scende affatto giù

negli inferi, di notte.

Il sole se ne va e basta,

e gli inferi emergono.

Può succedere in qualsiasi momento.

Può succedere di mattina,

quando sei in cucina a fare

le solite faccende.

Piatto, tazza, coltello.

D’un tratto non c’è più l’azzurro, o il verde,

nessun preavviso.

 

 

III. All’inizio le credi angeli,                                                                              
queste voci bianche, queste voci
come gli occhi vuoti delle statue,
queste voci mute come guanti
che non calzano mani,
queste voci di falene che ti svolazzano
confuse intorno alle orecchie,
cercando di farsi sentire.
Cosa vogliono?
Ti fai un taglietto,
una piccola fessura
per far entrare il dolore.
Lasci cadere tre gocce di sangue.

IV. Questo è il regno del non detto,

il regno di chi non dice:

tutti quelli distrutti dalla guerra

tutti quelli che muoiono di fame

tutti quelli bastonati a morte

e sepolti in fosse, quelli straziati

per convenienza o denaro,

tutti quelli che urlano

rinchiusi in una cella, tutti i bambini

uccisi, le spose ammazzate,

tutti i suicidi.

Dicono:

Parla per noi ( a chi)

Alcuni dicono: Vendicaci ( su chi)

Alcuni dicono: Prendi il nostro posto

Alcuni dicono: Sii testimone

Altri dicono (e queste sono donne)

Sii felice per noi.

 

mattino-casa-bruciata