Lavinia, l’ultimo romanzo di Ursula Le Guin tradotto in Italia. Una donna che scelse il suo destino, una nostra antenata.
So chi sono stata e chi avrei potuto essere, ma ora, vivo solo nelle parole scritte…Come Elena di Troia provocai una guerra. Lei perchè si lasciò prendere dagli uomini che la volevano. Io perchè mi rifiutai di essere data, di essere presa. Scelsi da me il mio uomo e il mio destino.
Queste poche righe ci introducono nel mondo e nel linguaggio di Lavinia, la principessa latina che andò in sposa a Enea esule da Troia, quando approdò sulle rive del Tevere, come racconta Virgilio negli ultimi sei libri dell’Eneide. Ma il poeta sul personaggio di Lavinia è sfuggente e si limita a tratteggiarla con poche parole che non hanno lasciato traccia nella nostra memoria; e così fino ad oggi è stata poco più di un nome senza corpo e senza storia.
Quel vuoto è stato colmato da Ursula Le Guin, in un romanzo memorabile e commovente. La grande scrittrice, maestra nell’inventare mondi fantastici attraverso il passato e il futuro, ci consegna la vicenda di una donna che una volta entrata nel nostro immaginario non lo lascerà più: perchè se il mito della fondazione di Roma è una delle radici della nostra civiltà, ora che abbiamo conosciuto lei sappiamo che quelle radici sono femminili. E proprio quella trascuratezza del poeta diventa la chiave di volta di tutto il romanzo: Lavinia infatti prende parola decidendo di raccontarsi oltre la narrazione virgiliana, per uscire dal fondale indistinto del poema in cui era stata relegata e rivivere le emozioni che hanno abitato la sua esistenza di donna in un mondo arcaico ricco di passioni. E’ un gioco di specchi, quello condotto abilmente da Le Guin, un incastro di mondi immaginari che appartengono al mito, ma ci appaiono più verosimili della realtà. E attraversando questi mondi viviamo un’avventura emozionante: grazie alla magia di una scrittura luminosa ed evocativa rivivono la spiritualità e i riti legati alle divinità della terra, e prendono nome i luoghi abitati dalle primitive popolazioni latine. Quando si arriva alla fine delle trecento pagine, lette in un soffio, dispiace che quel viaggio misterioso e affascinante sia terminato, perchè sentiamo che ci ha guidate alla ri-scoperta delle nostre radici più profonde. E allora si cerca una carta stradale del Lazio, e si progetta un viaggio che ci conduca nel mondo di Lavinia, certe che ancora viva e respiri là fuori, negli ultimi scampoli della foresta di Nemi, tra i canneti delle dune sul mare, alla foce del torrente…Oggi abbiamo un motivo in più per amare Ursula Le Guin e la sua magica scrittura, ringraziandola per averci restituito questa nostra antenata. Perchè lei ci appartiene e noi apparteniamo a lei, anche se non lo sapevamo.
Leggendaria, n.94
Lavinia, di Ursula Le Guin, ed. cavallo di ferro, p.314, euro 16,00