Riscoprire Luce D’Eramo
E’ un dato dell’oggi che i libri scompaiano dalle librerie entro pochi mesi dalla loro apparizione. Spesso accade di faticare a rintracciare anche quelli riconosciuti come “classici”. Ma il punto è proprio questo. Chi decide cosa è classico? Chi ha il potere di determinare l’appartenenza al canone? Ricordo che una volta nel corso di un dibattito di tipo letterario in cui qualcuno mi rivolgeva delle domande mi venne chiesto quale era il mio “classico” preferito. La mia risposta fu Virginia Woolf, e suscitò un malcelato sconcerto nel mio dotto intervistatore. Sono poche le scrittrici italiane a potersi fregiare, se pure post mortem, di questo titolo. E così accade che grandi madri e autorevoli esponenti della nostra letteratura non vengano più ristampate ormai da decenni e l’unica possibilità di leggerle dipende da biblioteche, bancarelle dell’usato, ricerche su ebay. Oppure sperare nella lungimiranza di qualche casa editrice, come è accaduto per il romanzo Deviazione di Luce D’Eramo, appena ripubblicato da Feltrinelli. E’ merito della rivista Leggendaria se con regolarità si mantiene viva l’attenzione e il dibattito su scrittrici che altrimenti resterebbero confinate nell’ombra e nel silenzio. Sono recenti i seminari organizzati insieme alla SIL (Società Italiana delle Letterate) su Goliarda Sapienza, Elsa Morante e da ultima Luce D’Eramo. A lei è stata dedicata l’annuale Giornata di Studio Leggendaria, che si è tenuta a Roma il 2 marzo.
Non tutte/i hanno la fortuna di possedere i libri di Luce D’Eramo . Mi auguro che seguendo l’esempio di questa recente ripubblicazione di Deviazione, uno straordinario romanzo in cui la scrittrice analizza il nazismo dall’interno di una singolare esperienza autobiografica che l’ha condotta fin dentro il lager di Dachau, possano rivedere la luce anche altri romanzi, come Partiranno, che racconta l’esperienza di un gruppo di extraterrestri sulla terra, qui tra noi, in incognito. Ancora una volta Luce D’Eramo affronta il tema dell’altro da sè, come in molti altri suoi lavori, assumendone il punto di vista, e quasi diventando l’altro. E alla fine di questo singolare e anomalo romanzo, che non ha uguali nel panorama della narrativa italiana, sembra volerci suggerire una via d’uscita : forse la nostra salvezza come umani potrebbe dipendere proprio da loro, forse.