Dalla scrittrice Rita Lopez una recensione emozionante del mio romanzo, che ha saputo scovare punti di vista inediti
Ricordo gli echi della guerra scoppiata nel ’91 nei Balcani. Arrivavano alle nostre orecchie, nelle nostre case, come se fossero lontanissimi, e invece la distanza tra le nostre coste e quelle dalmate non è neanche di 200 km.
Forse era il mare che ci separava, ad attutire le bombe, gli spari, le grida, le morti. Al di qua del mare, forse, ci sentivamo sicuri. Ci sentivamo estranei. Ci sentivamo protetti. Forse.
Il mare unisce, quando vogliamo. E quando non vogliamo, ci separa inesorabilmente.
Questo mare, Maristella, tu l’hai reso protagonista. Insieme a Laura. Insieme a Goran. Insieme a Vera. Insieme all’isola che ha il nome dolce del miele.
Il mare, nel tuo romanzo, che ho trovato delicatissimo, respira, partecipa, è presente come un essere vivente e palpitante. Ma chi nasce sul mare sa che il mare deve conquistarselo. Chi nasce sul mare sa che è da soli che si impara a non avere paura dell’acqua.
E insieme al mare, tutta quanta la natura vive in questa tua storia accogliente. La terra. L’acqua. Il vento. Più si rinsalda il rapporto di Laura con la natura, più l’isola diventa “casa”.
Più l’isola diventa “casa”, più difficile è allontanarsene.
Bella quest’isola che mi hai fatto amare! Bella e generosa, perché consente la possibilità di un’altra vita. Perché è l’isola stessa che insegna la consapevolezza che amare vuol dire anche saper lasciare andare.
Il tuo romanzo Maristella è una piccola opera di perfezione.
L’ho trovato bellissimo. Ne sono stata affascinata.
Non posso che dirti brava.
Brava! Brava davvero.