Dal numero 117 di Leggendaria, la mia top five.
In ogni numero di Leggendaria viene pubblicata la top five dei libri preferiti dalla redazione. In questo numero 117 la top five è mia. Troverete quattro scrittrici e uno scrittore, tre libri italiani e due stranieri. Eccola.
PIA PERA, Al giardino ancora non l’ho detto, Ponte alle Grazie, Milano 2016, 224 pagine, 12,75 euro
Troppo poche le righe concesse in questa top five, per chi come me ha amato tutti i libri di Pia Pera, quelli che parlano di giardini e di orti. Il suo “L’orto di un perdigiorno” da anni risiede tra gli eletti e preziosi del mio comodino, e sarà così anche per questo ultimo suo regalo, dal titolo tratto da un verso di Emily Dickinson. “Al giardino ancora non l’ho detto” raccoglie i pensieri della scrittrice intorno al fatto imprevedibile di dover abbandonare la vita in anticipo su quello che sarebbe stato naturale immaginare, e con la vita abbandonare a sé stesso anche il giardino da lei creato con passione e cura in tanti anni di lavoro. E il giardino diventa metafora e specchio di quello che sta accadendo al proprio corpo, ma anche luogo in cui contemplare e godere l’estrema bellezza, svincolata dal dovere di fare e di prendersi cura. Perché “forse questo bisogna fare nel tempo che resta. Non disperderlo in tentativi vani, ma concentrarsi e sfrondare. Accettare serenamente la fine”. E il giardino diventerà “il luogo in cui contemplare l’addio sarà forse più dolce”.
EMILIA BERSABEA CIRILLO, Non smetto di avere freddo, L’IGUANA editrice, Verona, 2016. Pagine 352, 16,00 euro
Due bambine cresciute insieme in orfanotrofio si incontrano di nuovo, ormai adulte: Dorina lavora nella cucina del carcere, Angela è una detenuta assassina per amore. Le loro vite hanno seguito strade molto diverse, ma per entrambe l’incontro imprevisto fa riemergere il vincolo potente che le aveva unite, insieme alle emozioni cancellate dal gelo del cuore, e mette a nudo il dramma di un presente ostile e incerto. I nodi irrisolti tornano a stringere la gola, e il passato irrompe nell’oggi. Con un linguaggio essenziale ma nello stesso tempo ricercato, che incorpora cadenze dialettali quel tanto che basta per renderlo vitale, Emilia Bersabea Cirillo ha tratteggiato personaggi e ambienti di una provincia del Sud che conosce bene e che ha raccontato con efficacia nei suoi precedenti lavori.
3.
PAOLO DI REDA, La rabbia che rimane, FAREHNHEIT 451, Roma 2015, pagine 367, 16,50 euro
Paolo Di Reda con questo suo quinto romanzo compone una storia intensa, ambientata a Roma, che inizia negli anni ’60 per arrivare fino ai nostri giorni, e racconta una generazione che ha vissuto con passione e rabbia, pagando spesso prezzi molto alti. Uno degli aspetti più interessanti del romanzo è che trabocca di vite femminili, e che quel cruciale periodo della nostra storia è raccontato principalmente attraverso le loro esperienze. Personaggi femminili molto intensi, alla ricerca di una propria ragione di vita, che vivono sulla propria pelle i conflitti di un mondo che sta cambiando. La violenza, le lotte studentesche e operaie, il femminismo, l’innocenza perduta, si intrecciano con la lotta armata, le stragi, la repressione, dentro un’onda che spinge comunque avanti la vita consegnandocela con tutto il suo pesante carico di contraddizioni. Materia ancora bruciante, che diventa trama avvincente fino all’ultima pagina.4.
KATHERINE HEINY, Single, frivole, pronte a tutto, Einaudi Torino 2015, 230 pagine, 18,00 euro
“Si potrebbe riassumere così : il cane di Maya stava morendo, e lei aveva intenzione di lasciare il ragazzo con cui stava da cinque anni. Tutto sommato, era più dispiaciuta per il cane”. Inizia così il racconto che dà il titolo alla raccolta di Katherine Heiny, esordiente americana pubblicata da Einaudi Stile Libero, con una bella traduzione di Stefania Bertola. Le protagoniste dei racconti sono donne un po’ scombinate e piene di problemi e contraddizioni, ma capaci di prendere la vita con quel tanto di disincanto necessario a portare a casa la pelle senza troppe ammaccature. Non tutte sono single; alcune molto coniugate, altre con amanti e/o fidanzati, e per niente frivole ( a dispetto del titolo un po’ infedele a quello in lingua originale). In ogni racconto si intrecciano relazioni, amicizie, rivalità femminili, rispecchiamenti e prese di distanza. Leggendo si sorride e si solidarizza molto. E si riflette.
5.
MARIE KONDO, Il magico potere del riordino, Vallardi, Milano 2015, 247 pagine, 13,90 euro
Un piccolo libro che ha scalato le classifiche vendendo nel mondo oltre due milioni di copie, una lettura per me inquietante e insieme affascinante. Perché l’autrice, grande esperta dell’ “arte del riordino” che in Giappone costituisce anche una disciplina universitaria, non parla solo delle stanze delle nostre case, ma anche delle nostre vite. Ci chiama in causa fin dentro i recessi più nascosti, e non solo quelli dei nostri armadi. Lo si intuisce subito leggendo i titoli dei paragrafi: Se cominciate dai ricordi, siete destinati a fallire; Selezionate ciò che vi regala un’emozione; Fare ordine è un dialogo con voi stessi attraverso gli oggetti; Imparare a fare a meno delle cose. E così via. L’autrice ci regala anche meravigliosi consigli pratici (ne ho seguito qualcuno, e funziona), ma soprattutto ci spiega come la nostra vita possa migliorare se impariamo a distinguere le cose veramente importanti. Banale? Direi di no, e provare per credere.