Donne libere
Ieri sera ho visto il bel film della regista palestinese/israeliana Maysaloun Hamoud, a cui in italiano è stato dato un titolo pessimo, come spesso accade: Libere disobbedienti innamorate. In inglese è In between, mentre ho letto che in arabo si intitola Tra terra e mare, e in ebraico Nè qua nè là.
Tutti titoli che rendono bene l’idea della storia che racconta, e di cosa la regista al suo esordio ha voluto rappresentare: una società in fermento nella Tel Aviv liberal di oggi, guardata attraverso gli occhi e i corpi di tre ragazze arabe che non rinunciano per niente al mondo alla realizzazione di sé e dei propri desideri, messi alla prova in un mondo maschilista che non accetta la loro libertà. Una di loro è un’avvocata penalista, un’altra è una DJ lesbica, che nasconde ai genitori la sua vera professione fingendo di essere un’insegnante, la terza è una studentessa di stretta osservanza religiosa, prossima alla laurea in informatica e al matrimonio. Condividono un appartamento, e si scontrano con i pregiudizi di una società maschilista che continua a pensare di poter dettare legge sui loro corpi e sui loro desideri. Attraversano con coraggio territori di frontiera, dove le certezze sono poche. Cadono molti stereotipi, come sottolinea la giovane regista al suo esordio: il conflitto è tra uomini arretrati, a prescindere dalla loro religione, e donne che vogliono correre veloci, e che troveranno il modo di cavarsela. Il film è stato premiato al Festival di Toronto, di San Sebastian e all’Haifa Film Festival. Andate a vederlo. Nella foto la regista.