Dune

Dune

Non è il genere di film che amo ma incuriosita da commenti e recensioni sono andata a vedere Dune. E l’ho trovato splendido. La trama è complicata da raccontare, e in giro si trovano commenti che sanno farlo benissimo. Quindi la tralascio e dico solo che si svolge in un futuro molto lontano, in una galassia ordinata sotto un imperatore e diversi regni. Dune è una sostanza che si trova solo sul pianeta Arrakis, semi deserto e inospitale, ma la sostanza è indispensabile per allungare la vita, consentire i viaggi intergalattici e potenziare le capacità mentali.  Per averne il controllo si scatenano lotte di potere, agguati e battaglie. Ma questo, se pure raccontato in maniera magistrale con scene indimenticabili, è la parte che mi ha interessato di meno. Sono due o tre invece gli spunti che ho trovato affascinanti e capaci di parlare alla nostra fantasia e alle  nostre emozioni. Il primo: il ruolo delle donne che appartengono a un ordine segreto, le Bene Gesserit. Sono loro che detengono il potere più importante, che non è quello della forza e delle armi, ma quello della mente e della comunicazione (riescono a parlare senza emettere suoni), e quello di condizionare e decidere il sesso dei nascituri, per dare ordine all’universo. E’ la Veterana a insegnare al giovane predestinato Paul come resistere alla paura nel corso di una prova iniziatica in cui potrebbe morire, se non la superasse. “Che spreco di potenziale per un maschio…Avresti dovuto generare una femmina…”, dice  di lui, riconsegnandolo vivo, quasi con rammarico, alla madre che gli sarà accanto durante l’impresa che si svolgerà su Arrakis. L’altro elemento è la scoperta che sotto la scorza ostile del pianeta di Arrakis, dove solo i Fremen riescono a sopravvivere, in realtà esiste anche una vita vegetale; in primo piano appaiono per pochi istanti le foglie della Portulaca, pianta dalle molteplici utilità per la vita umana.  I Fremen nonostante le apparenze di esseri semi selvaggi in realtà sanno come muoversi in sintonia con l’ambiente che abitano, assecondandolo senza violentarlo e riuscendo a creare quasi dal nulla l’acqua. Per questo, quando Paul piange dopo aver ucciso uno di loro, considerano le sue lacrime un dono prezioso, e lo rispettano.  Insomma, è un film da vedere. Si tratta di un remake del film Dune di David Linch, degli anni ’80, ma molto più potente e visionario. Il regista è Denis Villeneuve, noto per aver girato il sequel di Blade Runner.