La notte si avvicina
In questo tempo così anomalo e duro da conviverci sono state molte le scritture che lo hanno raccontato con approcci diversi, e in varie forme: quella del saggio, dell’instant book, cronache degli eventi secondo diverse letture, autobiografie del disagio. La forma della fiction narrativa però non è stata tra le più praticate: forse ancora troppo recente e ancora in pieno svolgimento il dramma che ha sconvolto milioni di vite. Eppure inventare storie è, da che nasciamo alla parola e alla memoria, il modo migliore per raccontare l’indicibile, trovare spiegazioni a ciò che non è spiegabile. Lo hanno fatto con due libri molto diversi tra loro Loredana Lipperini con il romanzo La notte si avvicina per Bompiani, e Filelfo, pseudonimo dell’autore o autrice dell’Assemblea degli animali per Einaudi. Diversi tra loro hanno però in comune l’estrema concretezza della realtà insieme al volo della fantasia, che prende i colori del fantasy per Lipperini, e della favola per quanto riguarda Filelfo.
La notte si avvicina, ci dice l’autrice, è stato pensato e scritto nel 2016, quindi parecchio prima di questo terribile anno, con una visione quasi profetica, o forse capace di leggere i segnali nascosti sotto la superficie delle cose che accadono. La storia si svolge nel 2008 a Vallescura, un piccolo paese come tanti nascosto nel centro Italia, non troppo lontano da Roma. Un paese segnato dal terremoto e da un’antica vicenda maledetta, una cruenta caccia alla strega. Un paese dove tutti si conoscono e dove ci si tiene stretti a rituali quotidiani rassicuranti, custoditi e governati da una guida informale ma autoritaria, che su tutto e tutti vigila, protettiva e implacabile nel decretare cosa è bene e cosa è male. E’ Saretta, la proprietaria dell’unico negozio di alimentari. Lei sa come comportarsi per proteggere il paese: occorre tenere fuori ogni elemento di disturbo dell’ordine, riparare subito ogni possibile crepa, anche quando la minaccia è incarnata da una forestiera che arriva per abitare una casa presa in affitto in fondo al paese. Una donna che arriva con un carico di dolore e di ingiustizie subite, che vorrebbe dimenticare ma non può, perché troppo grande è il male che le è stato fatto, ingiustamente, e perché nel paese non trova quella pace che aveva sperato; anzi, trova solitudine e malevolenza. Poi all’improvviso la gente comincia ad ammalarsi e a morire: la peste è tra loro, e non c’è rimedio perché i germi sembrano riemergere dalla notte dei tempi. Da dove arriva la peste? Da dove arriva il male? Esiste un colpevole, o i colpevoli sono molti, e le colpe si sommano fino ad arrivare al disastro irrimediabile? “Come è cominciata, si chiede? Quale discrepanza delle cose, quale malanimo e stupore gravavano da tempo sugli abitanti? La corruzione del respiro è una conseguenza della corruzione dell’anima? E se è così, quanta tristezza, quanta rabbia, quanto stordimento devono aver schiacciato il paese prima che l’aria stessa diventasse malefica?” Gli eventi si susseguono, in una spirale inesorabile, la morte, come la notte, si avvicina: Perché è sempre dal passato che arrivano i mostri.