La teoria di Càmila
Gabriella Genisi è la scrittrice barese che ha inventato la commissaria Lolita Lo Bosco, una figura di investigatrice inedita nel panorama del genere giallo/poliziesco italiano. In una arco di tempo che va dal 2010 al 2017 ha messo in scena sette storie nelle quali la commissaria risolve brillantemente casi delituosi fortemente ancorati al contesto territoriale barese e ai drammi sociali del nostro tempo. Vita professionale e privata si intrecciano di continuo: amori più o meno riusciti, parentele, amiche con cui confidarsi, la passione per la buona cucina. Fino ad arrivare all’ultima avventura di Lolita, Dopo tanta nebbia. Questa sua aderenza ad una normale quotidianità ha fatto emergere una somiglianza con il commissario creato da Camilleri, e Lolita è stata definita dalla stampa “la Montalbano al femminile”.
L’ultima fatica letteraria di Gabriella Genisi, però, ha per il momento “abbandonato” la commissaria Lolita per dare vita ad una storia completamente diversa, con il romanzo La teoria di Càmila, pubblicato da Giulio Perrone Editore a maggio 2018. Qui la scrittrice scava nell’intimità di un personaggio maschile, nel corso delle ventiquattro ore che trascorrono dalla morte dell’anziano padre al momento del suo funerale, ore vuote di presenze esterne, azioni, comunicazioni con il resto del mondo. Ma l’uomo non è solo in questa sua apparentemente insensata elaborazione del lutto: ha vicino una donna, Càmila, la badante albanese che negli ultimi anni si è presa cura dell’anziano padre in ogni aspetto della sua vita. E’ lei che rende possibile il viaggio del protagonista dentro sè stesso, aiutandolo a riconciliarsi con aspetti a lui sconosciuti della vita del padre, da cui si era allontanato senza comprenderlo. E riconciliarsi con lui significa alla fine riconciliarsi anche con sè stesso, perdonarsi, trovare nuove energie per reinventarsi la vita evitando di commettere quegli errori che avevano impedito al padre di vivere pienamente la propria.
Nel corso di una presentazione del romanzo nella rassegna Inventare storie, raccontare le donne, che si è tenuta nel corso dell’estate a Casalbordino, Gabriella Genisi ha spiegato che i suoi libri nascono da scintille, da altri libri, da altri scritti; e che questo in particolare ha iniziato a prendere vita da una lettera pubblicata dal Corriere della Sera, in cui un figlio raccontava con amore e indulgenza di un padre novantenne sorpreso una notte tra le braccia accoglienti di una giovane badante. “Quella lettera mi fece riflettere sul bisogno d’amore ad ogni età, e su come la geografia delle nostre famiglie sia profondamente mutata nel corso dell’ultimo decennio. Così è nato il desiderio di raccontare questa storia”.