Ritratto di Paola Masino
Con i suoi romanzi, i racconti, l’intensa attività giornalistica e di traduttrice, Paola Masino, nata a Pisa e morta a Roma nel 1989, attraversa il Novecento. La sua vocazione letteraria si contraddistingue per il “gusto di giocare d’anticipo, sfidando e sorprendendo”, come ricorda Maria Vittoria Vittori nell’introduzione a Colloquio di notte, una raccolta di racconti pubblicata nel 1994 dalla casa editrice La Luna, una delle tante “riscoperte” di questa scrittrice seguite da altrettante lunghe pause di oblio. All’età di sedici anni ha già scritto un dramma in tre atti che espone nel corso di un fortuito incontro a uno stupito Luigi Pirandello, di cui conserverà l’amicizia per tutta la vita. Il suo primo libro è del 1931, una raccolta di prose intitolata Decadenza della morte, in cui si misura con il territorio del surreale e del metafisico. Dello stesso anno è Monte Ignoso, il luogo della casa materna, dover si svolge certo non a caso una storia che ha al centro il tema della maternità; destino ineluttabile ma capace di elevare l’io femminile alla stessa potenza di Dio. Il romanzo riceve una feroce stroncatura da Carlo Emilio Gadda e considerazioni perplesse dalla maggior parte della critica letteraria, ma vince un riconoscimento del Premio Viareggio.
Nel 1933 esce un nuovo romanzo, Periferia. Anche qui è presente il tema della maternità, ma dal punto di vista dei bambini, che formano una sorta di comunità a parte, ignorata dal mondo degli adulti. Il tema desta l’attenzione del regime fascista, che non apprezza il clima di degrado e di abbandono che si percepisce nel romanzo, dove spicca una piccola protagonista, Nena, “in guerra contro gli uomini e la loro città”. Arriva il tempo difficile della censura e della persecuzione fascista, in cui Masino e il suo compagno Bontempelli devono proteggersi e lasciare Roma. In questi anni la scrittrice mette a punto un nuovo progetto, a cui lavora intensamente: Nascita e morte della massaia. Tra il ’41 e il ’42 esce a puntate su Tempo, la rivista illustrata di Mondadori. Numerosi capitoli vengono eliminati dalla censura (“libro disfattista e cinico”, viene definito). Nel ’43 arriva l’ordine di deportazione per lei e la condanna a morte per Bontempelli.
Finalmente dopo la liberazione esce il romanzo nella sua versione definitiva, sicuramente il suo capolavoro, l’opera che ha contribuito a consolidare la sua fama anche negli anni a venire. E’ stato ripubblicato nel 1970 e dalla casa editrice La Tartaruga nel 1982. La più recente ristampa è del 2018 dalla Feltrinelli . Si tratta di un romanzo audacemente surreale, eversivo, umoristico e amaro. Attraverso le vicende della massaia e la sua “ribellione radicale”, scrive Nadia Fusini nell’ introduzione, la scrittrice si interroga sulla maternità e sulla femminilità, la vanità dell’umano operare e le ragioni profonde della schiavitù femminile. E sa parlarci ancora a distanza di quasi un secolo, come solo i grandi classici sanno fare.