Ieri sera ho visto l’ultimo film di Daniele Vicari, Cuore sole amore.
Titolo amaramente ironico per una storia in cui c’è molto cuore, abbastanza amore e pochissimo sole. Un film coraggioso e necessario che racconta di vite ordinarie, che ormai, anno dopo anno, ci stiamo abituando a considerare normali. Perché ormai è normale, come accade alla protagonista, lavorare in nero sette giorni su sette dodici ore al giorno come barista tuttofare, per ottocento euro al mese decurtate per ogni minuto di ritardo nel raggiungere il posto di lavoro, il che capita spesso se occorrono oltre due ore di viaggio per arrivare con i mezzi pubblici da Nettuno alla Tuscolana. Sveglia alle 4.30 del mattino, e poi autobus, pulman e metro.
Eli ha rinunciato ai sogni, ai desideri, all’attenzione per se’ e Isabella Ragonese da corpo e viso a una donna forte, che fino all’ultimo affronta la quotidianità con grinta, ironia, persino buonumore, consapevole che un suo cedimento trascinerebbe a fondo la sua famiglia che ama, i suoi quattro bambini, il marito che non trova lavoro. Nel bar dove lavora è molto popolare, prepara crostatine buonissime, sorride sempre, riesce ad andare d’accordo anche con il proprietario del bar che si comporta da padrone delle ferriere, come gli fa notare lei quando non ne può più della sua arroganza. Ma alla sera, durante il viaggio di ritorno che termina alle 22, il suo viso disfatto racconta tutta la fatica di un’altra giornata come tutte le altre. Ha un’amica, Vale, che abita al piano di sotto, e lavora come performer in locali notturni. Anche lei con grinta e determinazione. Amiche e sorelle, che si comprendono e si aiutano.
Eli ce la mette tutta, e anche di più . Un di più che alla fine presenta il conto. Quando vado al cinema , tornata a casa non scrivo recensioni, ma quello che mi porto dentro. E questo film mi ha lasciata con poche parole e molta rabbia in più. E’ una realtà che non ci è sconosciuta, ma quando la si vede raccontata ha l’impatto doloroso e disturbante che è giusto abbia. Un film che molta critica ha definito neo realista, ma a mio avviso è semplicemente un film che ha il coraggio di raccontare la verità di una crisi economica ormai diventata strutturalmente disumana, e legittimata come tale.